Le microplastiche, le reliquie tossiche dei tempi moderni, negli ultimi tempi hanno occupato apparentemente ogni parte del pianeta. Anche le aree più remote come l'Artico e le Alpi non sono più sicure.
Gli studi indicano che le particelle vengono trasportate dal vento e successivamente incorporate nella neve in alcune delle località più remote della terra, compreso l'Artico. Secondo uno studio, ciò ha richiesto una ricerca urgente per valutare i rischi per la salute dovuti all'inalazione di particelle microscopiche di plastica.
Gli scienziati del Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina hanno esaminato la neve da varie località, tra cui l'arcipelago artico norvegese delle Svalbard. Composto da scienziati tedeschi e svizzeri, il team ha rilevato nel campione 14.400 particelle di plastica per litro. I ricercatori ritengono che la plastica sia stata portata lì dal vento avendo percorso grandi distanze e che sia stata portata giù dalle precipitazioni su aree isolate.
Ogni anno diversi milioni di tonnellate di rifiuti di plastica attraversano i fiumi e si dirigono verso gli oceani, dove gli elementi li scompongono gradualmente in frammenti più piccoli.
Gli scienziati hanno trovato la più alta concentrazione di particelle di plastica nelle Alpi bavaresi. I ricercatori hanno trovato 154.000 particelle per litro in un campione di neve raccolto vicino a una strada rurale in Baviera.
Gli scienziati hanno cercato certe prove, fatti e risposte su come questo flusso di inquinanti si faccia strada in luoghi così remoti lontano dai soliti centri in cui è effettivamente generato. Recenti studi condotti dagli scienziati dell'Alfred Wegener Institute Helmholtz Center for Polar and Marine Research in Germania e dell'Institute for Snow and Avalanche Research situato in Svizzera hanno scoperto che le microplastiche potevano essere trasportate per enormi distanze attraverso l'atmosfera. Quelle particelle che misurano meno di 5 mm di lunghezza vengono successivamente spazzate via dall'aria per precipitazioni, principalmente tramite la neve. Secondo Melanic Bergmann, autore principale di una rivista pubblicata su Science Advances, gran parte delle microplastiche sono disperse nell'aria.
I ricercatori sono atterrati con un elicottero e hanno recuperato campioni durante una spedizione di rompighiaccio di 18 giorni attraverso il passaggio a nord. Da lontano gli scienziati tra cui Jacob Strock, un ricercatore dell'Università del Rhode Island, che ha condotto una prima analisi a bordo dei nuclei, vedevano solamente ghiaccio incontaminato galleggiare sul mare. Ma sono rimasti scioccati.
Visto da vicino, era ovviamente contaminato e quando esaminato con l'attrezzatura adeguata, l'enormità del problema è parsa chiara. Il team di Strock ha disegnato 18 profili di ghiaccio che coprono 4 posizioni e ha visto frammenti e filamenti di plastica visibili in varie forme e dimensioni. Secondo scienziati e altri esperti, i risultati hanno fatto luce sull'osservazione che l'inquinamento da microplastiche sembra concentrarsi nel ghiaccio rispetto all'acqua di mare.
Ciò che preoccupa è che la portata delle microplastiche non si limita alle aree abitate dall'uomo. Sembra che la neve sia estremamente efficiente nel "pulire" l'aria dalle microplastiche, il che ha provocato una così grande quantità di micro-plastica scaricata sulla neve artica.
Questo ci porta ad un'altra domanda pertinente; quanta plastica stiamo respirando? (la risposta in parte in questo articolo qua)
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