Le
parole che usiamo ogni giorno influenzano la nostra vita più di
quello che pensiamo. Così come il nostro umore, energie e persone cui ci circondiamo, le parole che diciamo o pronunciamo anche
solo nella nostra mente si depositano nel nostro subconscio, dove si accomodano e lì si moltiplicano.
Se queste sono parole negative, ci neghiamo la possibilità di raggiungere i nostri sogni e obiettivi senza neanche accorgercene.
Se queste sono parole negative, ci neghiamo la possibilità di raggiungere i nostri sogni e obiettivi senza neanche accorgercene.
Ho raccolto tre parole da esorcizzare dal proprio vocabolario per diventare più positivi, produttivi e di successo. L'esercizio è abbastanza semplice: prova a evitare di usare queste parole sia verbalmente che mentalmente. Visto che pronunciando una parola essa diventa piano piano più reale, e poi parte della realtà, il miglior modo è lavorare alla radice, così da non pensare nemmeno quel concetto.
1. STRESS
… "nervoso", "sono nervoso", "sono incazzato", "sto di merda", e tutti i sinonimi di essere stressato e star male. Fondamentale enfasi qua la metto sul fatto che lo stress non lo causa nessun evento o nessun altra persona.
Questo è perché aggiungerei “mi hanno fatto incazzare”, “mi ha stressato” ecc. a questa lista. Dobbiamo smetterla di incolpare gli altri per come stiamo. Lo stress ce lo produce soltanto la nostra testa; un concetto comune per la nostra era, generato al 100% da noi stessi, significa che si può decidere completamente se stressarsi per una cosa oppure no. Così come dipende completamente da noi scegliere se essere tristi o felici, possiamo anche scegliere tra compiangerci e provare a dare il meglio di sè in ogni situazione.
Dopo
una litigata o qualcosa che si è rotto, per esempio, solo tu puoi
decidere cosa fare dopo: puoi decidere di fregartene e dimenticartene, perseguire i tuoi obiettivi e fare la tua vita
felice, o puoi chiuderti in una stanza a piangere, irradiare
cattiva energia e lamentarti di quanto è stato cattivo, quanto ti fa
male, quanto sei stato stupido ecc..
Questo ovviamente si applica anche all'opposto “Lui/lei mi rende così felice”. No, non sono loro che ti rendono cosi felice. Ok, possono creare buone circostanze perché tu lo sia, ma in fondo, sei tu il solo che può scegliere se sfruttare (o no) quelle buone circostanze, e questo è ciò che ti rende contento (o triste). Quindi essenzialmente sei tu che punti a felicità o tristezza. Lo stesso concetto vale per lo stress.
Questo ovviamente si applica anche all'opposto “Lui/lei mi rende così felice”. No, non sono loro che ti rendono cosi felice. Ok, possono creare buone circostanze perché tu lo sia, ma in fondo, sei tu il solo che può scegliere se sfruttare (o no) quelle buone circostanze, e questo è ciò che ti rende contento (o triste). Quindi essenzialmente sei tu che punti a felicità o tristezza. Lo stesso concetto vale per lo stress.
Così, ogni volta che ti senti nervoso o arrabbiato, per prima
cosa prova a riflettere: se la situazione è cosi nera come sembra, e se vale la
pena esserne stressati. Se ci pensiamo, farla lunga non aiuta a
risolvere alcun problema. Onestamente, essere stressati peggiora
solo la nostra situazione, la nostra salute e il nostro ambiente circostante:
non possono derivarne cose positive, lo stress annebbia la mente
razionale, non pensiamo piu razionalmente. C'è sempre qualcosa che
non possiamo controllare, è naturale, ma c'è da ammettere che
spesso lo stress deriva da cose senza senso o di piccola rilevanza.
La
prossima volta che ti senti stressato chiudi gli occhi, fai tre-quattro respiri profondi buttando fuori con l'aria le emozioni negative (la meditazione aiuta un sacco),
conta fino a dieci e prova a pensare a una soluzione utile a mente fresca.
Leggi anche: Smettere di assorbire emozioni dagli altri
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2. MI DISPIACE
… “Mi dispiace”, “Avrei voluto farlo (questo e quello)”, “Non avrei voluto...”, e tutte quelle simili espressioni che implicano volontà di avere voluto agire differentemente nel passato. Ho sentito frasi come “non devi dispiacerti” o “te ne pentirai un giorno, sappilo” milioni di volte, specialmente durante i miei viaggi, e non spesso sapevo veramente come spiegare alle persone che mai vorrei dispiacermi o pentirmi di niente che ho fatto nella mia vita, e non perchè io sia un santo. Semplicemente perché ho cancellato questa parola dal mio vocabolario, perché non ne ho bisogno, così come nessuno dovrebbe averlo.
Dobbiamo
sempre accettare il fatto che il passato non si cambia, mai, e non
conta quanto avremmo desiderato il contrario, non conta quanto
preghiamo, quanto ci concentriamo su questo volere, il passato non
cambierà, punto. Stimo solo sprecando tempo ed energie a pensare a
come avremmo dovuto agire, cosa avremmo/non avremmo dovuto fare, ecc.
Ciò che rende pazza la gente è pensare a come le cose sarebbero
potute essere diverse, dipingendo una situazione immaginaria
positiva, e pensare che invece aver agito come si ha agito ha
peggiorato le cose, lasciando l'amaro in bocca. E gettare in faccia a
qualcun altro i propri errori, dicendo che avrebbero dovuto comportarsi in modo differente, parimenti non ha senso. Chiunque provi a dirti cosa avresti o non
avresti dovuto fare, come saresti diverso oggi se tu avessi fatto/non
fatto, invece di provare a risolvere le cose, oggi, nel presente, non è un tuo
vero amico.
Al
di là di questo, il concetto di pentirsi non è solo poco salutare
ma anche ridicolo. Se non avessimo mai sbagliato, non avremmo mai
appreso, non saremmo mai cresciuti, migliorati, evoluti. Dobbiamo accettarci come umani che
sbagliano spesso e che la vita non è sempre divertimento e risate, ma che gli errori ci insegnano molto, e difatti solitamente si impara di più da uno sbaglio.
Ancora
una volta si può scegliere: si può essere dispiaciuti o pentiti di
non aver fatto una cosa, oppure imparare la lezione e dire grazie
all'universo per avercelo insegnato, e promettere a noi stessi di
agire meglio in futuro. Il futuro, non il passato, ancora ha da venire
e può essere cambiato.
Quindi
ogni volta che si parla o si pensa al passato e a ciò che abbiamo
sbagliato, focalizziamoci su ciò che abbiamo imparato da quella
volta, come possiamo risolverla adesso – e se non ne abbiamo piu la
possibilità, pensiamo a come poterci comportare nel futuro.
3. VOGLIO
… “VOGLIO”, “VOGLIO FARE (QUESTO E QUELLO)”, “mi piacerebbe farlo QUESTO E QUELLO)”, ecc. Queste espressioni sono usate una moltitudine di volte nella vita di tutti i giorni, ma non solo non è utile nè salutare come le due precedenti parole: toglile completamente dalla tua vita – dovresti cambiarle con “lo farò”.
Troppe persone vogliono, pochissime lo fanno; cambiando da condizionale a futuro, le probabilità di successo aumentano drasticamente: la cosa da inottenibile volontà o desiderio, diventa un piano raggiungibile e realistico. Non dimenticare che le parole hanno una grandissima forza, e usandole bene possiamo cambiare completamente il nostro stato e la nostra motivazione. Per questo è anche consigliabile aggiungere un avverbio di tempo alla fine della frase. Ad esempio: "Lo farò domattina"
Quando
ero bimbo e le persone mi chiedevano cosa avrei fatto una volta
adulto, dissi “uno che fa”.
Sebbene non posso sapere cosa intenderò fare precisamente nel futuro, posso dire che è esattamente ciò che voglio. Spesso in passato pensavo a terre remote, le guardavo nel mappamondo e segretamente ammiravo chi faceva hitch-hike in giro per il mondo. Dovetti ammettere che per iniziare che fosse una realtà anche per me, bastava smettere di desiderarlo, e iniziarlo a fare: non conta quanto sia grande il nostro sogno.
Ora gli altri vengono da me e mi chiedono come faccio, di cosa ho bisogno. La risposta è semplice: solo tu, e fai, agisci, invece di volere e basta.
Sebbene non posso sapere cosa intenderò fare precisamente nel futuro, posso dire che è esattamente ciò che voglio. Spesso in passato pensavo a terre remote, le guardavo nel mappamondo e segretamente ammiravo chi faceva hitch-hike in giro per il mondo. Dovetti ammettere che per iniziare che fosse una realtà anche per me, bastava smettere di desiderarlo, e iniziarlo a fare: non conta quanto sia grande il nostro sogno.
Ora gli altri vengono da me e mi chiedono come faccio, di cosa ho bisogno. La risposta è semplice: solo tu, e fai, agisci, invece di volere e basta.
Domandati: chi sei? uno che vuole o uno che fa? Cambia il condizionale in futuro.
LETTURA CONSIGLIATA: La pratica dei mantra.
5 consigli per vivere una grande vita tosta
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Mi
chiamo Luca, creatore del blog Siamo Vita. Penso che fondere psicologia
e spiritualità possa aiutarti a creare una vita più felice.
Ricevi una copia gratuita del mio eBook di 31 pagine - Segreti Per Controllare La Tua Vita Tra Psicologia E Spiritualità - cliccando qui.
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